In questa pagina voglio spiegare come approccio la progettazione di un catalogo.

In primo luogo ne devo determinare la dimensione. Esistono due soluzioni:

  1. in formato standard;
  2. in formato fuori standard.

I formati standard sono quelli classici che troviamo in ufficio (A5, A4, A3), generalmente impiegati per strumenti tipo listini, pieghevoli o manuali di istruzioni. I formati fuori standard sono quelli determinati da noi, dal nostro estro. Attenzione però a non esagerare. In questo caso le dimensioni contano. Per due motivi:

  1. un formato troppo grande è poco pratico nella maneggevolezza e fastidioso alla lettura;
  2. avere l’accortezza di contenere in un foglio macchina il numero massimo di pagine.

Nella stampa professionale si usano i formati macchina sono: B0 (1000 x 1414 mm.) o B1 (707 x 1000 mm.) per cui è essenziale calcolare bene quante pagine possono stare in macchina con il minimo spreco.

Foglio macchina in stampa

Progettazione

Come riempiamo queste pagine bianche?

Istintivamente, ai poco esperti, viene voglia di riempire tutto lo spazio possibile; come un affamato si abbufferebbe davanti una tavola imbandita. Questo non va bene. Dobbiamo darci delle regole.

La prima è catturare l’attenzione. L’occhio umano è talmente rapido nei suoi movimenti che è difficilmente si posa più di qualche istante su una pagina. Noi dobbiamo provarci.

Come?

Mettendo al posto giusto le immagini giuste, valutarne l’ariosità e il ritmo.

Perché non posso riempire come voglio?

Per carità, ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma l’ordine in questo caso è essenziale. Questa é la parte difficile da comprendere per il committente. Io la spiego così.

Davanti ad un carrello con dieci abiti appesi la mia attenzione si limita alla possibilità di scelta tra questi. Belli o brutti che siano. Davanti ad un carrello con duecento capi la mia capacità di scelta diventa più critica e difficile. Determinante è lo stato di attenzione. Non ha una durata illimitata. La concentrazione è inversamente proporzionale al tempo che dedichiamo per cui se non troviamo ciò che cerchiamo in tempi piuttosto brevi abbandoniamo.

L’attenzione e il tempo di posa sono determinanti.

Vuoti e pieni

Per questo ci viene in aiuto una tecnica: il buon utilizzo degli spazi bianchi. Questi non sono altro che la cornice di un quadro. A prima vista potrebbe sembrare uno spreco. Invece no. Sono la parte fondamentale di una buona distribuzione. Sono come il passepartout dentro una cornice. Aiutano a rafforzare l’immagine stimolando il nostro centro di attenzione.

Gli spazi bianchi servono a dare importanza all’immagine o come nel caso di un testo a rassicurarne la lettura. Una buona spaziatura tra le righe e una cornice ampia alleggeriscono l’impegno di finire il libro.

Non trovate anche voi un leggero piacere quando la fine di un capitolo termina a mezza pagina o anche più su ed il suo retro è bianco?

Si… perché la voglia di finire il capitolo è forte e dietro c’è la nostra amata facciata bianca che alleggerisce la lettura e ci prepara per il prossimo capitolo.

Come ci sentiremmo se il capitolo iniziasse subito a sinistra?

Concludo dicendo che il vuoto non deve far paura anzi, dona eleganza, prestigio e leggerezza.

Ritmo

Ogni impaginazione deve avere il suo ritmo, dico il “suo” perché non tutte sono uguali nello scopo. Simili si, ma non uguali. Ci sono impaginazioni emozionali ed altre tecniche o entrambe le cose. Per ognuna di esse va ricercata la giusta soluzione.

Ciò che non deve mancare è il ritmo di cadenza. Sempre per una questione di attenzione dobbiamo alleggerire l’osservatore, dobbiamo sorprenderlo pagina dopo pagina. Per fare ciò è necessario impostare una cadenza ritmica di pagine diverse da loro; tachicardico e allo stesso tempo costante. Ogni doppia facciata deve essere diversa dalla successiva. Deve allentare e contenere la concentrazione allo stesso tempo fino alla fine.

Se questo succede potrai dire che il tuo catalogo è sempre “fresco” nonostante il passare del tempo.

Catalogo L’Officina di Adami 2018

Gabbia grafica

La gabbia grafica è la base da cui partire per impostare una buona impaginazione. Sono le fondamenta del progetto.

Vanno creati degli spazi armonici dove inserire immagini e testo. Si comincia con il dividere le due facciate con linee diagonali. La loro intersezione stabilisce una rete in gergo chiamata “aurea“.

Si delimitano gli spazi con linee verticali e orizzontali ed il gioco è fatto. L’importante è che i limiti esterni della gabbia rimangano gli stessi per tutte le pagine mentre al suo interno possiamo giocare come vogliamo.